L‘eccidio di via Ghega è stata la strage nazista compiuta il 23 aprile 1944 presso il palazzo Rittmeyer, sito in via Carlo Ghega n. 12 a Trieste e oggi sede del Conservatorio Giuseppe Tartini.
La guerra tra nazifascisti e slavi, dopo l’8 settembre 1943 tramutò in guerriglia con più violenze seguite da rappresaglie da entrambi i fronti. Il comando militare tedesco considerava che l’OZAK fosse piena di partigiani (Banditen) e continuamente minacciata dalle bande della Resistenza, tranne le grandi città (Trieste, Gorizia e Udine), dove si concentravano in maggior numero i soldati d’occupazione.
Dopo l’attacco dinamitardo alla mensa della “Casa del soldato” (Deutsches Soldatenheim) in cui erano morti quattro militari, il comando tedesco ordinò subito una rappresaglia per dare una lezione ai Triestini.


I soldati nazisti prelevarono dalle carceri della città 51 prigionieri (tra cui sei donne e diversi ragazzi di 16-17 anni e, dopo averli portati sul luogo dell’attentato, li impiccarono in ogni angolo e finestra del palazzo Rittmeyer
L’attentato fu attuato da due partigiani azeri, Mirdamat Sejdov (Ivan Ruskj) e Methi Husein Zade (Mihajlo), soldati russi ex prigionieri, disertori della Wehrmacht arruolati nelle file partigiane dell’esercito jugoslavo di liberazione.
Il giorno stesso della strage, quando i familiari delle vittime che chiedevano notizie dei propri cari non ricevevano alcuna risposta tranne: “Non è più qui”. Li videro quando passarono di fronte al palazzo di via Ghega, alle cui finestre penzolavano i corpi inanimati dei prigionieri, compreso Marco.




Sempre questi due partigiani 20 giorni prima, al cinema di Opicina commisero un altro attentato che causò la morte di sette soldati tedeschi e la conseguente rappresaglia con la fucilazione di 71 persone..
In totale furono coinvolti nell’esplosione 27 persone. Tra le vittime una passante triestina, Gina Valente. La reazione tedesca all’attentato fu istantanea e feroce. Nella notte venne stesa una lista di 51 nomi di detenuti politici delle carceri del Coroneo. La mattina seguente questi vennero caricati sugli automezzi e portati sul luogo dell’attentato, dove furono impiccati.




I cadaveri esposti alla pubblica vista per cinque giorni
L’ esecuzione avvenne di mattino. Una vittima, lo studente Marco Eftimiadi,ventidue anni venne prelevato dall’ infermeria del Coroneo alle sette del mattino. Fu uno degli ultimi a salire il patibolo.
Marco fu arrestato a causa della delazione di un rinnegato. Si trovava al Coroneo già da un mese, fra continue intimidazioni e torture. Quando lo prelevarono, disse ai suoi compagni di prigionia che non gli importava di morire: “Mi vendicheranno”.




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https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_via_Ghega