Qui a Sorox, vogliamo far luce su coloro che agiscono dietro le quinte dell’audio. Abbiamo iniziato questa serie di interviste con l’ingegnere del Suono, Gianluca Cavallini che, disponibile come sempre, ha risposto ad alcune domande su cosa significa gestire il suono in studio e dal vivo e le sfide che deve affrontare in questo settore.
Come responsabile PA ha lavorato con Stadio, Lucio Dalla, Gianna Nannini, Pino Daniele, Beppe Grillo, Daniele Silvestri, Le Vibrazioni ecc ecc.
Ha all’attivo oltre 800 ore di docenze. E’ stato titolare delle cattedre di acustica ed elettroacustica presso il Conservatorio Boccherini di Lucca e negli ultimi quindici anni ha svolto docenze in sound engineering presso Live on Stage (SP), DOC Academy (Verona, Roma, Sarzana, Napoli, Catanzaro, Bari, Desenzano), Fasolmusic (BS), Skeldon (Voghera, Pavia), Medimex (Bari, Taranto), Live Sound Education (Modena), MIR (Rimini), Corso E.A.F.R.A (Genova, 200 ore), Liceo Musicale Cardarelli (SP), Cremona Musica, MMI (Sarzana), Acoustic Guitar Meeting (Sarzana), FCL (SP), 4CMP (MI), Line Check Meeting (MI), e occasionalmente in vari altri corsi e seminari per tecnici dello spettacolo.


http://www.gianlucacavallini.it/
⁃ Posso chiederti come hai cominciato e che percorso professionale hai avuto?
⁃ Tu hai ricoperto tutti i ruoli che nella produzione di un evento live coinvolgono gli operatori dell’audio, c’è ne è tra questi uno che preferisci?
⁃ Il nostro lavoro negli ultimi 15/20 anni ha subito evidenti evoluzioni, a partire dall’uso del digitale. Cosa terresti del ‘vecchio’ e di cosa non potresti fare a meno del ‘nuovo’?
⁃ Hai preferenze circa i brand da utilizzare? Per qualità affidabilità o entrambi?
⁃ L’esperienza traumatica dello stop nel nostro settore dovuto al COVID, pensi abbia evidenziato degli aspetti sui quali gli attori coinvolti possano migliorare ed evolvere a partire dalla tutela economica?
I gruppi nati spontaneamente fra i lavoratori dello spettacolo, che sembrava potessero unirsi in battaglia comune, si sono nuovamente frammentati. Pur sapendo “fare squadra” nel lavoro, siamo quasi tutti tornati all’individualismo, e questo è per me molto triste. L’unica attenuante è che siam messi talmente male che spesso prevale l’istinto di sopravvivenza; questo è un istinto primario dell’uomo, che sostituisce però alla lungimiranza e alla compassione un opportunistico e devastante “mors tua vita mea”. Non aggiungo altro, il rischio di fraintendimento è alto e non sono bravo a sintetizzare in poche parole un argomento così vasto e complesso.
⁃ Il settore degli eventi sta lentamente ripartendo. Come prevedi sarà la situazione nei prossimi mesi?
– Hai scritto un libro, Rocking Wireless, di cosa tratta e cosa ti ha spinto a scriverlo?
Da sempre mi piace condividere le cose che imparo. Durante il fermo lavorativo avevo una duplice esigenza, sopravvivere economicamente e continuare a far cose che mi piacessero. Da qui l’idea di un libro su un tema poco conosciuto e spesso mal applicato, la radiofrequenza nel live, diviso in tre volumi da circa 250 pagine l’uno. Avevo un accordo con Hoepli ma, per vari motivi, è saltato. Troppo limitante l’edizione cartacea rispetto a quanto avevo in mente, troppo elevato il prezzo per acquirenti senza lavoro causa Covid, decadeva completamente l’idea del “rendersi utile”. Pertanto ho deciso di fare un versione elettronica in totale autonomia e di offrirlo “a baratto libero” a chi fosse interessato. Al momento sono fermo al primo volume, un PDF di 200 pagine contenente hyperlink verso contenuti esterni, fra cui calcolatori e quiz on line. Sono lento nella scrittura e non è semplice far tutto da solo, solo impaginazione e formattazione mi ha portato via diverse settimane… A oggi ne ho distribuito circa 200 copie, ricevendo in cambio anche più di quanto mi aspettassi! Molte persone sono state assai generose nel baratto, ma sottolineo che non ci sono vincoli, chi lo vuole può richiederlo scrivendo una mail a
. Baratto libero significa
ognuno secondo le proprie possibilità e in base a quanto lo ritiene utile. Non sopporto l’idea che siano disponibilità economiche a precludere lo studio a chi è motivato, preferisco un “grazie” e un “caffè sospeso” piuttosto che un “mi interessa ma ora non posso permettermelo”.