ECHINACEA ANGUSTIFOLIA – ECHINACEA PALLIDA Nome Scientifico: Echinacea purpurea Famiglia: Compositae Principi Attivi: polisaccaridi, glicoproteine, flavonoidi, derivati degli acidi ferulico e caffeico: echinacoside, acido cicorico, acido clorogenico e isoclorogenico, alcammidi e polieni
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Usato per curare: RAFFREDDORE, IL MAL DI GOLA, MAL DI STOMACO, FERITE, INCREMENTA LA RISPOSTA IMMUNITARIAANTIDOTO CONTRO IL MORSO DEL SERPENTE A SONAGLI.CANDIDOSI
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Proprio la diversa distribuzione dei marker chimici permette di distinguere tra loro, inequivocabilmente, le radici delle tre Echinacee
L’uso è particolarmente indicato laddove si manifesta la tendenza alla cronicizzazione e alle recidive, e in individui che presentano un sistema immunitario poco efficiente.
I trattamenti a base di queste piante riducono la durata della malattia e i sintomi delle infezioni, attraverso la stimolazione delle difese immunitarie dell’organismo. I preparati contenenti Echinacee sono usati anche topicamente per trattare ferite superficiali e infiammazioni della pelle. Numerosi studi, in vivo e in vitro, hanno dimostrato che estratti di queste tre specie di Echinacea stimolano in più modi la risposta immunitaria sia cellulare che umorale.
Sembrano infatti incrementare la risposta immunitaria attraverso molteplici meccanismi, che includono l’attivazione dei fagociti e la stimolazione dei fibroblasti, un aumento della respirazione cellulare e della mobilità dei leucociti, una sollecitazione dell’attività dei linfociti T, delle cellule Natural Killer e delle cellule mononucleate del sangue periferico. La frazione polisaccaridica (inulina ed eteroglicani idrosolubili acidi a catena ramificata) mostra di avere la maggior attività immunostimolante, legata soprattutto alle interazioni con i macrofagi.
Comunque anche la frazione lipofilica (alchilammidi e acido cicorico), si è dimostrata in grado di stimolare l’attività fagocitaria. La componente polisaccaridica e quella liposolubile, agiscono direttamente sui macrofagi, aumentandone la fagocitosi e stimolandoli a produrre composti che potenziano l’immunità, come interleuchina, TNF (tumor necrosis factor) ed interferone.
L’inulina attiva inoltre la via del complemento, provocando un aumento del numero dei globuli bianchi nelle aree interessate dall’infezione, la solubilizzazione degli immunocomplessi e la distruzione di virus e batteri.
Questa via viene stimolata anche indirettamente provocando l’aumento di una proteina sierica: la properdina. L’Echinacea promuove l’attivazione aspecifica dei linfociti T: quando i suoi polisaccaridi si legano alla loro superficie, essi aumentano la produzione di interferone e altri potenziatori immunitari. Ne deriva un incremento della replicazione dei linfociti T, dell’attività dei macrofagi e delle cellule Natural Killer, e del numero dei neutrofili circolanti (questi ultimi importanti soprattutto nella prevenzione delle infezioni batteriche).
E’ stato inoltre osservato che estratti di Echinacea sono in grado di inibire sia la jaluronidasi tissutale che quella batterica, con il risultato di circoscrivere l’infezione e ridurre la diffusione nell’organismo degli agenti patogeni: virus e batteri.
• Controindicazioni:
Le Echinacee sono generalmente ben tollerate dall’organismo, e sono classificate in classe 1 (cioè sicuro se utilizzato in modo appropriato) dalla American Herbal Products Association.
Delle quattro monografie sulle Echinacee pubblicate dalla Kommission E, nel 1992, due sono positive (E. pallida radice ed E.purpurea sommità) e due sono negative (E. purpurea radice e E.angustifolia radice). Luso di queste ultime due è sconsigliato, poiché gli studi clinici condotti non sono stati considerati sufficienti per un parere positivo.
Recentemente, nel 1999, la WHO (World Health Organization) ha però rianalizzato tutti i dati esistenti in letteratura, e ha dato un parere positivo anche per l’utilizzo della radice di E.angustifolia nella terapia di supporto delle malattie da raffreddamento e nelle infezioni dei tratti respiratorio ed urinario.
La Commissione E, in merito alle Echinacee, evidenzia anche che le loro preparazioni non dovrebbero essere impiegate nel trattamento di malattie sistemiche progressive, come tubercolosi, leucosi, collagenosi, sclerosi multipla, infezioni da HIV, AIDS, patologie autoimmuni e dopo un trapianto di organo. Alcuni autori ne sconsigliano l’uso nel diabete.
Non è raccomandata inoltre la somministrazione in gravidanza o durante l’allattamento, perché non sono disponibili dati riguardanti i loro effetti sulla donna, sul feto e sul lattante. Sebbene siano state trovate nell’ E. angustifolia e in quella purpurea tracce di alcaloidi pirrolizidinici (tussilagina e isotussilagina), questi non causano danni al fegato, poiché mancano nella loro struttura dell’anello, insaturo in posizione 1,2 della necina.
Quindi, contrariamente a quanto è stato affermato in passato, i prodotti a base di Echinacea non risultano epatotossici.